tratto da:Conservazione degli anfibi in Piemonte di Daniele Seglie
Gli ambienti fluviali sono tra gli habitat più ricchi di biodiversità in Europa e svolgono l’importantissima funzione di corridoio ecologico per moltissime specie (Mitsch & Gosselink, 1993): per questo motivo la loro tutela è ritenuta prioritaria nell’ambito della biologia conservazionistica (Hughes & Rood, 2001).
Tra le specie che subiscono il maggior numero di perdite sono gli anfibi, molte sono le cause già oggetto di un gran numero di studi (tra cui Collins & Storfer, 2003 e Beebe & Griffiths, 2005). Tra queste, le principali sono: l’alterazione degli habitat, l’introduzione di specie alloctone, l’eccessivo sfruttamento delle specie, il cambiamento climatico globale e le malattie infettive.
Nel lavoro, Daniele Seglie erpetologo Piemontese, si propone di confrontare la biodiversità di anfibi lungo tre tratti fluviali piemontesi in termini di numero di specie presenti, numero di siti riproduttivi individuati e di abbondanza relativa delle diverse specie. In questo lavoro viene evidenziato come la valle del Ticino risulta, l’area con la più elevata biodiversità locale, rispetto alle valli del Po cuneese e la valle dello Scrivia. Una conclusione per questo studio è che considerando un totale di 17 specie confermate in Piemonte (Andreone & Sindaco, 1998), ne consegue il numero di specie di anfibi presenti in questi tre tratti fluviali rappresenta oltre il 70% dell’intera biodiversità della Regione. La ricchezza osservata conferma l’importanza che gli ambienti fluviali rivestono per la conservazione della biodiversità di una regione (Ward et al., 1999) e inoltre la maggior biodiversità osservata presso la Valle del Ticino (sia in termini di numero di specie totale che di numero di taxa nei singoli siti riproduttivi) è probabilmente dovuta all’alto grado di naturalità di questo tratto fluviale e alla notevole estensione del letto di inondazione.